Compagni di perdizione

Negli ultimi due o tre anni ho avuto diverse occiasioni di viaggiare in compagnia di Emilio. Condividiamo la stessa passione per il soccorso sulle piste da sci e questo ci ha portati a essere attivi all’interno della FISPS – Federazione Italiana Sicurezza Piste Sci.

Uno dei primi viaggi doveva portarci a Roma per una audizione in Parlamento. In quell’occasione, sull’aeroporto di Fiumicino, soffiava un vento tale da rendere utilizzabile una sola pista per l’atterraggio. Morale: due ore fermi al Marco Polo in attesa che si smaltisse la coda di aerei in fila ciascuno con il “numerino salva coda”. Il giorno dopo siamo incappati nell’unico aereo in orario dell’aviazione mondiale. Cinque minuti di ritardo sarebbero stati sufficienti per consentirci di completare il check-in. L’aero successivo ha avuto un ritardo al decollo di quarantacinque minuti.

Tignes, aprile 2005. Stiamo andando al convegno mondiale della FIPS – Fèdèration Internationale des Patrouillers de ski e durante la guida ci inoltriamo in un’accesa discussione sulla forza di gravità. Morale: non badiamo le indicazioni per Albertville e puntiamo diretti su Chambery. Realizziamo la cosa quando passiamo davanti al cartello “Bienvenus à Chambery”. Gira la macchina e torna indietro.

Uno degli ultimi viaggi abbiamo fatto affidamento sulla tecnologia: un navigatore satellitare. Tutto bene all’andata. Al ritorno il cosino insiste nel farci percorrere le statali, le provinciali e le comunali. Sembra ignorare l’esistenza delle autostrade.

Emilio prova ad impostare ripetutamente il percorso: “Partenza: okay. Arrivo… okay. Autostrada… Si.” E lui niente, avanti per le statali. Di nuovo: “Partenza: okay. Arrivo… okay. Autostrada… Si.” Niente di fatto. Abbiamo realizzato poco dopo che anche nel caso dei navigatori, come nei contratti con le Assicurazionei o le Banche, è indispensabile leggere tutto, anche le cose scritte in piccolino. Perché sotto alla gigantografia della parola “AUTOSTRADA” e sopra ai bottoni “Si” e “No” c’è una scritta di colore simile allo sfondo che chiede “Volete evitare i tratti con pagamento di pedaggio?”. Accidenti a lui! Il navigatore intendo.

Chiudo con l’evento più recente. Rivolto, manifestazione aerea per il quarantacinquesimo anniversario della pattuglia acrobatica Italiana. L’oraganizzazione impone di percheggiare i mezzi ad una decina di chilometri dalla base aerea e di utilizzare i bus-navetta. Anche qui, andata tutto okay… al ritorno, invece di svoltare a destra al bivio per Dignano e dirigersi verso il parcheggio, l’autista della corriera tira dritto. Qualche faccia perplessa, ma senza troppa convinzione, infondo l’autista saprà il fatto suo, no? Alla prima occasione, l’autista si infila in un parcheggio e fa marcia indietro. Lui ed il collega che l’avevo seguito, evidentemente, senza nemmeno porsi il problema di cosa stia facendo la corriera che lo precede. Quasi fischiettando per far finta di niente ritorna sui propri passi e ci porta al parcheggio. Mentre tutto questo accade, Emilio -seduto un posto avanti a me- si volta e mi guarda con gli occhi sbarrati con un pensiero disegnato sul volto: “Anche quando non guidiamo noi!”.