Strati di pensiero

Pare un gioco di parole ma “non ci avevo mai pensato”. Sembra uno scherzo ma non lo è.

Sicuramente fior di filosofi, sociologi… metti qui la ics… ne hanno già parlato; hanno già ragionato ed hanno redatto fior di relazioni.

L’altro giorno stavo guidando verso casa; la strada scorre, il neurone dedica la sola sufficiente attenzione a tenere la macchina in strada mentre le altre risorse sono libere di affaccendarsi in altre faccende. Mi viene in mente il mio babbo: alcune veloci immagini si sovrappongono al panorama, germogliano altri rami che si inarcano ora di qua ora di là…

Esco dalle mie scarpe e mi osservo pensare. L’omino che guarda si chiede quale degli impulsi che attraversano il neurone sono DOC, quali sono scritte nel DNA di chi le ha pensate e quali sono messe sopra, come un mantello, da tutto quello che ha intorno: la cultura, il pensiero sociale.

L’omino che guarda è ancora lì, che  riflette ad un passo dalla linea di mezzeria.
E nella continuità-a–tratti del pensare, gli strati si sovrappongono come i puntini di un’immagine CMYK.
La guarda da vicino, molto da vicino: le curve, le aree si decompongono in manciate di macchie di colore.

É ancora che pensa.

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