Viaggiare con la musica

Niente di nuovo. Non è la prima volta che, ascoltando un brano di musica, gli associo la senzazione di viaggio. Il nuovo sta nella cristallinità di questa sensazione.

Lo scorso sabato, con poca aspettativa, sono andato ad ascoltare un concerto di Ludovico Einaudi. Avevo già sentito un suo album, Una Mattina, me l’aveva prestato un amico ma dopo un ascolto veloce non gli avevo più prestato grande attenzione.

Tutto è nato da un “Lo sai che sabato sera…” detto da un altro amico, al quale ha fatto eco il pensiero “E perché no?”. Altre due parole con un terzo conoscente fanno aumentare la curiosita e l’aspettativa per la serata: via che si va!

Entro nella piazzale dell’Abbazia di S. Maria in Sylvis e già l’ambiente comunica una piacevolissima senzazione. Alle nove e mezza c’è ancora luce. I tecnici completano le ultime messe a punto di luci e strumenti, un attimo ancora e il concerto inizia.

     

La sensazione di muoversi è spiccata. Mi accorgo che, inconsciamente, mi aspetto di veder comparire uno schermo sul quale vengono proiettate le immagini di un filmato di viaggio. L’orizzonte immobile, là in fondo, mentre il bordo strada scorre, i cespugli e gli alberi si avvicinano prima piano poi sempre più velocente fino a diventare dietro.
Delle increspature, simili a quelle di un sasso gettato in uno stagno, non sarebbero state fuori posto sul telo, ma un azzeccato escamotage per accompagnare il progredire del percorso ed acceture lo spostamento.

Piacevole, anche per un ascoltatore poco avvezzo. Davvero piacevole.
Se ci sarà, non lascerò scappare la prossima occasione e vi propongo di fare lo stesso!